martedì 7 aprile 2009

IL TERREMOTO IN ABRUZZO


Sommo è il dispiacere per le conseguenze del terribile terremoto in Abruzzo. Qualsiasi immagine che passi in televisione o su Internet per documentare i danni è una pugnalata al cuore, uno strazio grandissimo; tanto da rimanere senza parole e tacere attoniti.

Il primo e più importante pensiero va ai bambini morti sotto le macerie, innocenti vittime di un cataclisma di enormi dimensioni, incapaci di mettersi in salvo e prede senza scampo dei calcinacci crollati sulle loro teste.


Un altro pensiero, anche questo triste, è ai ragazzi della Casa dello Studente: spezzano il cuore le riprese di quello che rimane di quell'edificio, che si è accovacciato su se stesso, mietendo vittime.

Non è il momento delle polemiche, è vero: ora bisogna rimboccarsi le maniche e aiutarsi. Però non si può non prestare attenzione a quella sollecitazione del sismologo Giuliani, il quale aveva invitato a non sottovalutare lo sciame sismico presente da più di un mese in Abruzzo.


Tuttavia, concludo queste mie considerazioni rallegrandomi del clima di solidarietà e generosità, subito scaturite dopo aver appreso del dramma dei terremotati: tutta Italia, senza divisione alcuna, si è impegnata per prestare aiuto e soccorsi agli abruzzesi. E questo perchè tutti abbiamo immaginato che una tragedia simile poteva succedere a noi e la stiamo condividendo, sempre col fiato sospeso, insieme a loro: soffrendo quando si viene a conoscenza di un altro morto, avendo paura quando una nuova scossa torna a far muovere tutto, rallegrandoci quando i soccorritori ritrovano un corpo vivo sotto le macerie.

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