giovedì 9 aprile 2009

UNA TRAGEDIA IN EVOLUZIONE


Stamani, appena apprese le ultime notizie provenienti dall'Abruzzo, mi si è gelato un'altra volta il sangue: il conto delle vittime è arrivato a 278 alle 8,30 e sono stati recuperati i corpi degli altri due giovani che figuravano tra i dispersi nel crollo della Casa dello studente all'Aquila, un ragazzo e una ragazza, gli ultimi che mancavano all'appello.


Come se non bastasse, questa notte la terra ha tremato ancora: "tre le scosse più forti, avvertite anche, oltre che in tutto l'Abruzzo, in gran parte del centro Italia, da Roma a Napoli. Alle 0,55 la prima, di magnitudo 4.3; alle 2,52 quella più forte, di 5.2; alle 5.14 la terza, di magnitudo 4.6" (da Repubblica.it). Scosse quasi paragonabili alla prima, quella che ha seminato panico e distruzione domenica notte!

Ieri sera, guardando il reportage di "Porta a Porta", mi sono venuti i brividi: grazie alle riprese in volo, si potevano vedere dall'alto i Comuni colpiti dal sisma e quello che ne rimane: praticamente poco, o nulla, quasi completamente distrutti gli edifici, quelli ancora in piedi con numerose crepe. Sembrava, come è stato già più volte detto, di sorvolare paesi colpiti da un bombardamento, tanta era la desolazione. Ma qui non c'è stata nessuna guerra, soltanto un terribile cataclisma, capace comunque di mietere morti e distruzione.


Capisco bene che non è il momento delle polemiche, come ho già ricordato, ma una considerazione mi viene ora spontanea. Ritengo molto strano che in un Paese come l'Italia, nel 2009, in una zona notoriamente a rischio sismico, si possa assistere a tale immane tragedia: tantissimi morti e paesi completamente rasi al suolo. Perchè, come è già stato ricordato, la scossa è stata sì forte, ma in Giappone o in California essa non avrebbe provocato ciò che è successo in Abruzzo. Perchè evidentemente in quei Paesi altra è la concezione delle costruzioni. E vorrei così rifarmi all'appello di Bersani a "Ballarò": dobbiamo assolutamente recuperare il "civismo", quell'insieme di importantissime regole assolutamente necessarie per il vivere civile; c'è necessità di una maggiore tensione alla legalità, al rispetto del corredo di leggi imposte. E, nel caso specifico, è quindi opportuno che vengano seguite regole stringenti nella costruzione di tutti gli edifici, in grado di resistere a scosse di terremoto di magnitudo medie, evitando tante vittime e tanta devastazione.


Un'ultima considerazione riguarda la politica. Innanzitutto un grande merito al Presidente del Consiglio che, fin da lunedì (annullando un viaggio di lavoro a Mosca), si è recato quotidianamente sui luoghi della tragedia per seguire e coordinare i lavori assieme a Guido Bertolaso, capo della Protezione civile. Grandissimo merito anche a Pierferdinando Casini, il quale, con grandissima lealtà e sensibilità istituzionale, ha detto che "noi carta bianca al governo abbiamo detto che la davamo e la diamo. In un momento come questo fare le pulci al governo è una inutile polemica del tutto impropria. Il governo faccia le cose giuste: noi daremo una mano a vigilare che effettivamente le facciano". Anche il Pd, in realtà, ha dato la sua disponibilità al Governo, sebbene negli ultimi giorni si sia lasciato andare a qualche sterile polemica, come quella riguardo l'accettazione dei finanziamenti esteri. Ritengo che in questo momento nessuno più del Governo abbia il polso della situazione per coordinare al meglio le varie operazioni e pertanto qualsiasi polemica risulti di poco aiuto, oltre che inopportuna. Infine, inviterei tutti i vari politici, comprese le alte cariche dello Stato, a limitare le visite in Abruzzo: credo sia un gesto di sobrietà e contemporaneamente di vicinanza e solidarietà quello di tenere un basso profilo, dando comunque la propria massima disponibilità per qualsiasi evenienza.

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