Credo di poter dire, senza temere smentite, che quest'anno la festività del 25 aprile è stata festeggiata in un clima tutto sommato sereno, venato solo qua e là da qualche dichiarazione polemica, come ho già ricordato nei giorni scorsi.
La scena mediatica è stata occupata dal presidente Berlusconi, che, ad Onna - uno dei centri abruzzesi più colpiti dal terremoto, dove 64 anni fa ci fu una strage di civili da parte della Wermacht in ritirata - ha voluto pronunciare il suo discorso. Nel quale ha ricordato che "la Resistenza è un valore fondante" dell'Italia. Importante l'invito, a distanza da più di 60 anni dalla liberazione e a vent'anni dalla caduta del Muro, a "costruire finalmente un sentimento nazionale unitario", facendolo "tutti insieme, quale che sia l'appartenenza politica". E' giunto perciò il tempo "perché la festa della liberazione possa diventare festa di libertà", senza più distinguo e polemiche, "festa di tutti gli italiani che amano la libertà e che vogliono restare liberi".
Mi sembra giusto sottolineare l'esortazione a "ricordare con rispetto tutti i caduti, anche quelli che hanno combattuto dalla parte sbagliata sacrificando la propria vita ad una causa già perduta", nell'ottica di poter fare del 25 aprile una festa condivisa da tutti, base su cui poter affermare i valori democratici e repubblicani.
Anche il segretario del Pd, Franceschini, e il leader dell'Udc, Casini, hanno festeggiato il 25 aprile in Abruzzo.
Conciliante la dichiarazione del leader Cgil, Epifani: "Non importa quando si arriva a condividerla, l'importante è arrivarci per sempre e per intero".
Il sindaco di Roma, Alemanno, non ha potuto partecipare, invece, alla manifestazione a Porta San Paolo, dopo la segnalazione della Questura della mobilitazione dei centri sociali contro la sua presenza; "se avessi potuto partecipare avrei testimoniato tutto questo e reso omaggio a tutti coloro che hanno scelto la strada dura della lotta. Volevo esserci per sgomberare il campo da equivoci".
Da Mignano Montelungo (CE), il capo dello Stato, Napolitano, ha invitato all'unità, affinchè rispetto e pietà siano patrimonio comune.
Contestazioni in piazza Duomo per il presidente della regione Lombardia, Formigoni: "la Resistenza non è stata opera di una parte sola e sbagliano quelli che hanno voluto mostrare una Resistenza figlia di una sola parte perché questo ha portato divisione".
La scena mediatica è stata occupata dal presidente Berlusconi, che, ad Onna - uno dei centri abruzzesi più colpiti dal terremoto, dove 64 anni fa ci fu una strage di civili da parte della Wermacht in ritirata - ha voluto pronunciare il suo discorso. Nel quale ha ricordato che "la Resistenza è un valore fondante" dell'Italia. Importante l'invito, a distanza da più di 60 anni dalla liberazione e a vent'anni dalla caduta del Muro, a "costruire finalmente un sentimento nazionale unitario", facendolo "tutti insieme, quale che sia l'appartenenza politica". E' giunto perciò il tempo "perché la festa della liberazione possa diventare festa di libertà", senza più distinguo e polemiche, "festa di tutti gli italiani che amano la libertà e che vogliono restare liberi".
Mi sembra giusto sottolineare l'esortazione a "ricordare con rispetto tutti i caduti, anche quelli che hanno combattuto dalla parte sbagliata sacrificando la propria vita ad una causa già perduta", nell'ottica di poter fare del 25 aprile una festa condivisa da tutti, base su cui poter affermare i valori democratici e repubblicani.
Anche il segretario del Pd, Franceschini, e il leader dell'Udc, Casini, hanno festeggiato il 25 aprile in Abruzzo.
Conciliante la dichiarazione del leader Cgil, Epifani: "Non importa quando si arriva a condividerla, l'importante è arrivarci per sempre e per intero".
Il sindaco di Roma, Alemanno, non ha potuto partecipare, invece, alla manifestazione a Porta San Paolo, dopo la segnalazione della Questura della mobilitazione dei centri sociali contro la sua presenza; "se avessi potuto partecipare avrei testimoniato tutto questo e reso omaggio a tutti coloro che hanno scelto la strada dura della lotta. Volevo esserci per sgomberare il campo da equivoci".
Da Mignano Montelungo (CE), il capo dello Stato, Napolitano, ha invitato all'unità, affinchè rispetto e pietà siano patrimonio comune.
Contestazioni in piazza Duomo per il presidente della regione Lombardia, Formigoni: "la Resistenza non è stata opera di una parte sola e sbagliano quelli che hanno voluto mostrare una Resistenza figlia di una sola parte perché questo ha portato divisione".
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