giovedì 27 agosto 2009

FINI TRAVOLGE CENTRODESTRA E CENTROSINISTRA

Chi mi legge da un po', sa benissimo che l'opinione personale su Fini è stata, specie ultilmamente, abbastanza tagliente, poco positiva riguarda le ultime posizioni.
Il presidente Fini ieri è stato ospite della Festa democratica 2009 a Genova: impossibilitato ad essere lì presente nonostante la vicinanza, ho ascoltato tramite YouDem la conversazione tra Gianfranco Fini e Franco Marini, moderato dal direttore del Tg2 Mario Orfeo. Nel corso di poco più di un'ora, l'ex leader di An ha travolto, con varie dichiarazioni, sia il pubblico presente in sala sia, idealmente, centrosinistra e centrodestra.




Dico questo perchè, soprattutto sui temi dell'immigrazione e delle questioni etiche, ha pronunciato parole nette e pesanti, che non poche polemiche hanno provocato, come si può vedere dai giornali odierni.
Partiamo dal tema dell'immigrazione, cui Fini è particolarmente legato, essendo stato uno dei promotori della legge che porta il suo nome e quello di Bossi. Alle parole di Fini nulla si può eccepire, non si può dire che non abbia parlato chiaro.
Affrontare un tema così grande, con un'ottica riduttiva, che qualche esponente politico sembra avere rischia di non portarci da nessun parte. L'approccio emotivo e fondato soltanto sulla questione della sicurezza dei cittadini italiani è miope e sbagliato.
Le posizioni leghiste, quindi, paiono più "strumenti propagandistici" utili a quietare l'elettorato più che proposte per una seria politica dell'immigrazione. Non dimentichiamoci che "chi arriva in Italia è una persona", essendo fuorviante la distinzione tra regolare e irregolare. Certo, ammette, si deve stare attenti a non cadere nell'eccesso opposto per il quale tutti possono venire in Italia e devono essere accolti, eccesso che ha portato, nel tempo, a sentimenti di "insofferenza": l'equilibrio è quindi difficile da raggiungere, ma è quello cui dobbiamo aspirare. Per dirla con le parole di Fini:
estremo rigore nel rispetto delle regole fondamentali per l'ingresso e la permanenza sul territorio nazionale, ma censura nei confronti di qualsiasi politica che sia vagamente discriminatoria, xenofoba, razzista.
Per quanto riguarda i temi etici, le sue parole sono state inequivocabili.
Non credo che si tratti di favorire la morte, ma di prendere atto della impossibilità di impedirla, affidando all'affetto dei familiari e alla scienza dei medici la decisione.
Parole sante - mi viene da dire - che da alcuni possono essere interpretate come una posizione di opposizione totale alla Chiesa, mentre esse sono di puro buon senso. Al punto che
chi dice che su queste questioni decide la Chiesa e non il Parlamento (...) io dico di no, spetta al Parlamento decidere. (...) Ogni cittadino e ogni parlamentare deve rispondere alla sua personale coscienza. Su questioni relative alla vita e alla morte non ci può essere un vincolo di maggioranza o di partito.
Il passaggio che però più di tutti ho apprezzato riguarda l'attuale quadro politico. Fini non si riconosce più "nelle vecchie gabbie di destra e sinistra" perchè - ha pienamente ragione - "le differenze esistono, ma lo scontro ideologico è finito". Anch'io ritengo che ci sono tratti distintivi che certamente differenziano il Pdl dal Pd e questi da altri partiti, ma è ora di dire basta alle "vecchie etichette", ai vecchi scontri ideologici tra la cosiddetta destra e la cosiddetta sinistra. E' ora di prestare attenzione seriamente ai problemi presenti sul tavolo: mi viene in mente per esempio Cofferati (seduto ieri in prima fila nella sala Guido Rossa), il quale a Bologna ha saputo risolvere il problema della sicurezza con una politica seria e inflessibile, nonostante la sua appartenenza al Pd.

L' ultima precisazione di Fini riguarda la sentenza della Corte europea che ha confermato che Placanica ha agito per legittima difesa (ne ho parlato nel post Posta la parola "fine").
Come italiano sono stato felice che la Corte Europea abbia detto in modo inequivocabile che Placanica abbia agito per legittima difesa. Mi fa piacere che applaudiate perchè ci ricordiamo quante polemiche ci furono.
L'intervento di Fini ha quindi messo in chiaro le sue posizioni su alcuni temi di attualità, su cui è stato tacciato di essere poco di destra, in particolare da Francesco Storace.

Un tempo se uno di destra partecipava ad un evento di sinistra e beccava applausi si chiedeva dove avesse sbagliato.
Con le sue parole, Fini, come lui stesso ha ricordato, si è tolto alcuni sassolini dalle scarpe, dimostrando comunque di essere ancora uno dei pochi politici di razza del panorama italiano. In grado di raccogliere consensi (e questo non da oggi, anche quando Storace era ancora dentro An) sia a destra che a sinistra: questo, in linea di principio, non è cosa deteriore, da respingere, soprattutto oggigiorno, dal momento che - l'ho ricordato prima - le differenze tra gli schieramenti politici, pur presenti, non sono enormi.

5 commenti:

  1. Leggendo a freddo le dichiarazioni su laicità, clandestini e testamento biologico ho quasi sperato che fosse li ad annucciare la sua mozione per il congresso d'Ottobre.

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  2. Addirittura?! La sua stessa posizione sul testamento biologico e sulla laicità io l'avevo fatta mia da tempo, pur essendo di centrodestra. Sui clandestini il suo discorso è più azzardato, ma logicamente corretto. E' bene prendere atto di quello che abbiamo sotto gli occhi e regolarci di conseguenza, lasciando da parte le vecchie ideologie.

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  3. Quello di Fini è stato un intervento, come hai ricordato, a 360° e decisamente decisionista. Molti aspetti li condivido pienamente, come il passaggio sul biotestamento (oggi criticato in maniera imbarazzante da Gasparri), il caso Giuliani e anche un profilo che non hai trattato, consistente nell'avvertire la necessità di un'ampia riforma delle regole politiche per rendere di nuovo la democrazia govenante (in primis, bisognerebbe, a mio avviso, modificare l'ormai superato bicameralismo perfetto, polveroso retaggio della Rivoluzione francese!).
    Non sono, invece, d'accordo con Fini quando parla di immigrati. Assodato il populismo della Lega, scivola anche lui su posizioni piuttosto banali e demagoghe (per esempio quando censura ogni forma di razzismo). Inoltre non può sostenere che è fuorviante la distinzione tra regolare e irregolare. Anzi, sta tutta qui la differenza. Nessuno si può sognare di cacciare o respingere un regolare, un soggetto di qualunque razza, religione e nazionalità che sia venuto in Italia rispettando la legge. Si DEVE, in uno Stato basato sul principio di legalità, respingere un clandestino e anche qui a prescindere dalle connotazioni sopracitate (anche un cittadino bianco cattolico statunitense se clandestino deve essere respinto). Certo, poi bisogna tenere conto delle condizioni umanitarie dei soggetti, ma solo come primo passo di un loro riaccompagnamento al paese di provenienza. Non siamo il paese del bengodi e il problema immigrazione è troppo importante (come dice lo stesso Fini) per essere trattato in maniera così miope (come, secondo me, fatto, in quaesto caso, anche da Gianfranco).

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  4. Sull'immigrazione sono d'accordo con te: è necessario essere rigorosi, dal momento che il troppo lassismo del passato ci ha consegnato la situazione odierna.
    Sul resto Fini ha parlato in modo più che chiaro, affermando ancor con più vigore alcune prese di posizione del passato (per esempio il voto al referendum per la legge sulla fecondazione assistita). E non a caso Gasparri ha tuonato...

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  5. Infatti, a parte il discorso immigrazione, condivido pienamente le parole di Fini.

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