lunedì 3 agosto 2009

LA SOLITA PRATICA ITALIANA

Sfogliando l'ultimo numero di Panorama, sono incappato in una notizia che mi ha fatto molto pensare: "Autorità elettrica, candidati ai nastri" (pagina 31, a firma di F. N.)
Nel breve trafiletto si racconta come il ministro Scajola, nel corso dell'ultimo Consiglio dei Ministri, "ha posto il tema del reintegro dell'Autorità per l'energia elettrica", oggi rappresentata dal presidente Alessandro Ortis e dal commissario Tullio Fanelli, nonostante la legge ne preveda quattro (ai sensi dell' articolo 1 comma 15 della legge 23 agosto 2004, n. 239 "Riordino del settore energetico, nonchè delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia.") Per riempire i posti liberi, manco a dirlo, scaldano già i motori molti pretendenti di colore politico vicino all'attuale governo, nonchè alcuni tecnici, chiaramente graditi al ministro. La questione, vista la vicinanza delle vacanze, è stata però rimandata a settembre.

Quello che mi sono chiesto - e immagino vi chiediate anche voi - è se effettivamente c'è bisogno di riempire i posti vacanti. Lo si farebbe solo per ottemperare alla legge succitata che lo prevede? O forse si tratta della solita pratica italiana, invalsa ad entrambi gli schieramenti, di sistemare politici trombati o amici in posti di potere, così come ha documentato lo stesso Panorama con un'inchiesta certosina?
Mi sembra che l'Autorità svolga i suoi compiti anche allo stato attuale, come si può vedere andando direttamente sul sito. Senza contare che fino al 2004, ai sensi dell'articolo 2 comma 7 della legge istitutiva 14 novembre 1995, n. 481 (poi sostituita dalla legge 239/2004), la stessa era costituita dal presidente e da due membri.

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