mercoledì 5 agosto 2009

TUTTI DA 100 E LODE

La notizia che ha tenuto banco oggi, tra le altre, è quella relativa al boom di 100 e lode registratosi agli ultimi esami di maturità, soprattutto al Sud. In particolare 1.704 diplomati con 100 e lode su 156.159 totali provengono da scuole meridionali e la Puglia è la regione dove i "bravissimi" sono di più.
Niente da eccepire, o meglio, niente di particolarmente grave da eccepire, se non una certa sorpresa. Si badi bene che questa sorpresa non è da ascrivere ad alcun tipo di pregiudizio, ma semplicemente dall'analisi di alcuni dati facilmente consultabili.

Esiste innanzitutto una sproporzione numerica tra Nord e Sud se si considera che in alcune scuole meridionali risultano più di venti 100 e lode mentre in altre buone scuole settentrionali solo uno.
Basti poi pensare ai Pisa test per farci tornare alla memoria le non esaltanti performances dell'Italia in genere, sebbene il Nord tenda ad avere dati più vicini alla media europea rispetto al Sud.
Oppure analizziamo i dati delle prove Invalsi sulla terza media, che certificano un distacco di dieci punti del Sud a favore del Nord.

Tutto questo cosa ci aiuta a dire? Che qualsiasi prova interna alla scuola non è di aiuto ad una valutazione obiettiva della qualità degli studenti. Mentre test esterni, basati su quesiti standard, forniscono un giudizio oggettivo sullo stato delle conoscenze degli studenti. E, come ricorda Abravanel oggi sul Corriere, "il nostro sistema educativo è spaventosamente indietro nello sviluppare ed amministrare questo tipo di test".

Ma queste considerazioni mi servono per esprimere un giudizio più ampio sulla questione, maturato alla luce di un'esperienza personale più che consolidata.
Non ritengo che votazioni elevate all'esame di maturità corrispondano sempre a buone preparazioni, se consideriamo come preparazione non solo il bagaglio culturale acquisito ma anche la capacità di ragionamento ed interrelazione col mondo: tutto ciò che è utile per preparare dei ragazzi al mondo del lavoro o dell'università. Questi devono essere gli obiettivi di una buona scuola, in grado di preparare i suoi allievi al duro percorso nel mondo del lavoro.
Non mi pare, tuttavia, di scorgere questo tipo di preparazione negli studenti che terminano le scuole superiori: non l'ho rintracciata quando ci sono passato io e mi sembra si rintracci sempre meno col passare degli anni.
Ripartiamo da qui, da una seria preparazione a 360 gradi, per ambire a raggiungere l'eccellenza della Finlandia e per essere certi di dare ai ragazzi un'ottima preparazione, facilmente spendibile e utile alla migliore realizzazione possibile.

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